Stefano Fontana parla del suo ultimo libro.

È appena uscito il nuovo libro di Stefano Fontana dal titolo La Filosofia Cristiana – Uno sguardo sintetico sugli ambiti del sapere (Fede & Cultura, Verona 2021, pp. 301, euro 24,00. Ne parliamo con l’Autore.

Professor Fontana, lei sta scrivendo una serie di libri di divulgazione filosofica … anche questo ultimo libro rientra nella serie?

È vero, ho scritto due storie della filosofia, medievale e greca, e il libro “Filosofia per tutti” che ha avuto ampia diffusione. Sì, anche questo libro risponde ai criteri di una buona divulgazione filosofica perché ritengo che sia una primaria necessità oggi. Questo ultimo libro però si differenzia su un punto importante …

Quale?

Non è storico ma sistematico e penso copra un vuoto. Nel libro si presenta il sistema della filosofia cristiana in modo organico. Certamente c’è bisogno di una conoscenza corretta della vicenda storica della filosofia date le molte deformazioni in circolazione, ma c’è forse ancora più bisogno del quadro d’insieme, dell’universo del sapere come scriveva Giovanni Paolo II, perché è questa mancanza a rendere l’uomo di oggi smarrito.

In cosa consiste questa articolazione “sistematica” del suo libro?

Nel libro si espongono i contenuti della retta filosofia secondo sei ambiti: l’ontologia o studio dell’essere, la gnoseologia o studio della conoscenza, la teologia o studio di Dio, l’antropologia o studio dell’uomo, la morale o studio del bene e del male e la politica o studio della vita collettiva. Questi sono i sei capitoli del libro che coprono quindi tutto lo spetto del reale. La cosa più importante è che il lettore coglie la coerenza tra i sei ambiti e (lo spero!) risulterà rafforzato nell’idea che la realtà ha un senso, contro lo scetticismo disgregante di oggi.

Ontologia, gnoseologia … sono cose difficili …

Ho fatto il possibile per spiegare i contenuti in modo semplice, per spiegare le parole e i concetti facendo anche esempi, ritornando sulle cose già dette per riprenderle e illuminare le nuove. Penso che il libro possa essere accostato da molti, certamente però desiderosi di conoscere. Inoltre il libro lo si può leggere dalla prima pagina all’ultima, ed è la cosa migliore certamente, ma anche poi consultarlo sui singoli temi. Ogni capitolo è diviso in sei paragrafi che espongono i contenuti principali della teologia o della morale eccetera.

Può fare qualche esempio di singoli contenuti?

Nel capitolo sulla morale, per esempio, si può vedere cosa sia la coscienza, se bisogna sempre seguirla, che peso hanno le circostanze per la valutazione morale di una azione, se esistono azioni sempre cattive, se l’agire dipende dalla volontà o dall’intelletto, che ruolo hanno le passioni nel nostro agire… e così via. Altri esempi potrebbero essere fatti per gli altri ambiti. Credo sia una cosa bella leggere un testo che mette tutti i tasselli al loro posto in un quadro d’insieme.

Suppongo che la successione dei capitoli non sia casuale, non è vero?

La successione degli ambiti del sapere nei quali e suddiviso il libro risponde già ad una esigenza della filosofia cristiana. Bisogna partire dall’essere perché tutto, dalla formica a Dio, è essere. L’essere è il fondamento della verità. Non si deve partire dal nostro conoscere perché noi prima conosciamo l’essere e poi conosciamo come conosciamo. Questo è stato il grande errore del pensiero moderno. Non si può nemmeno partire da Dio, perché a Dio ci si arriva con la ragione partendo dalle cose conosciute attorno a noi. La morale, poi, non nasce da se stessa ma dipende dall’ordine dell’essere, dall’esistenza di Dio e dall’antropologia: se l’uomo è solo materia oppure se ha un’anima fa una bella differenza per la morale.

Cosa si intende per “filosofia cristiana”, espressione che dà il titolo al libro?

Un tempo ci fu un grande dibattito su questa espressione, che purtroppo invece oggi è dimenticata. Io la ritengo tuttavia fondamentale e irrinunciabile. Essa indica una ragione filosofica consapevole di muoversi nella fede cristiana, e consapevole anche che se si stacca dalla fede cristiana finisce per non essere più vera ragione. La filosofia cristiana è la ragione filosofica che sa di non poter essere se stessa senza la fede cristiana, ben sapendo anche che la fede cristiana non vuole che essa diventi con ciò fede religiosa ma vuole che rimanga ragione e che lo sia fino in fondo, fino agli estremi confini del mistero. Per essere più precisi, bisognerebbe chiamarla ragione cattolica più che cristiana.

Chi sono i suoi maestri?

Sono tutti i filosofi che adottano il metodo del realismo metafisico. La filosofia cristiana nasce nel Medioevo ed ha il suo culmine in San Tommaso d’Aquino, il quale partì dalla Bibbia e non da Aristotele, ma così facendo assunse Aristotele (e con lui Platone, alcuni pensatori arabi e i Padri della Chiesa) dentro una nuova filosofia, appunto una filosofia cristiana, a riprova che la fede produce filosofia. Aristotele esce dal Medioevo diverso da come vi era entrato, diceva Gilson. Questi, Gilson, è uno dei miei maestri, ma poi tanti altri che si collocano su questa medesima linea fino, ai giorni nostri, al compianto Antonio Livi.

Giuseppe Tires

Print Friendly, PDF & Email
Stefano Fontana
+ posts

Direttore dell'Osservatorio Card. Van Thuận