[Nota redazionale. Pubblichiamo con piacere quanto ricevuto dal Gruppo “Verità e riconciliazione” a proposito della Lettera da loro inviata ad alcune testate cattoliche italiane e già rimbalzata sulla stampa nazionale. Il nostro Osservatorio aveva già pubblicato anche la Nota “Chiesa in ascolto” ]

Gli eventi degli ultimi tre anni hanno introdotto e normalizzato atteggiamenti che hanno lasciato perplessi e confusi non solo molti fedeli, ma anche decine di sacerdoti, religiosi e consacrati. Nella situazione di generale disorientamento si è costituito il gruppo “Verità e Riconciliazione”, una rete di amicizia che raduna molti preti, frati e suore, uniti dal desiderio di rileggere quanto accaduto a partire dall’inverno 2020, sentendosi liberi di esprimere le proprie perplessità e uscendo dalla logica di proibizione, silenzio e pensiero unico purtroppo penetrata anche all’interno di tanti ambienti ecclesiali ordinari.

Per due anni il gruppo si è soprattutto confrontato e ha cercato degli elementi di formazione all’insegna del dialogo sincero, del rispetto reciproco e dell’accoglienza pastorale. Di recente in seno al gruppo sono maturate alcune iniziative.

Una è quella di “Chiesa in Ascolto”, di cui si è parlato su La Nuova Bussola Quotidiana (https://lanuovabq.it/it/un-conforto-ai-danneggiati-ecco-la-vera-chiesa-in-ascolto) e su altri portali (https://www.aldomariavalli.it/2023/10/23/preti-in-ascolto-dei-danneggiati-da-vaccino/https://www.sabinopaciolla.com/chiesa-in-ascolto-dei-danneggiati-da-vaccino-covid/).

L’altra è l’invio di una lettera alle tre principali testate cattoliche nazionali, nella quale si chiede conto del grande silenzio della stampa cattolica attorno al dramma delle reazioni avverse da vaccino anti-Covid.

Vista l’assenza di risposte significative, o che comunque non hanno avuto sviluppi, il gruppo “Verità e Riconciliazione” ha successivamente illustrato al quotidiano La Verità la propria iniziativa, che è stata divulgata domenica 22 ottobre (https://www.laverita.info/effetti-avversi-infranto-tabu-chiesa-2666039053.html).

Il testo integrale della lettera e i suoi principali firmatari vengono pubblicati di seguito.

LETTERA DI “VERITÀ E RICONCILIAZIONE” ALLE PRINCIPALI TESTATE CATTOLICHE ITALIANE

Cari Direttori e cari membri della redazione di Avvenire, Osservatore Romano, e di  Famiglia Cristiana.

Siamo un gruppo di amici sacerdoti, religiosi, laici e scriviamo anche a nome di malati e persone che risentono ancora le conseguenze dei vaccini per il CoViD-19. Siamo  lettori di quotidiani, di riviste e organi di stampa cattolici che per statuto sono al  servizio del Vangelo e della vita della Chiesa. Ora, dopo aver molto riflettuto e facendo  eco a tanti che ci chiedono di intervenire, abbiamo aderito al loro desiderio, che era  maturato anche in noi, di porvi una domanda che a tutti sta a cuore; e cioè conoscere  il perché nelle vostre pagine, dopo le campagne vaccinali anti-CoViD 19, non si è  data, secondo noi, sufficiente documentazione delle reazioni avverse e purtroppo  delle morti causate da quello che ormai per stessa ammissione delle case  produttrici si può chiamare un farmaco sperimentale (l’opposto di ciò che è un  vaccino). La nostra non è una critica alla passione di chi ha sostenuto in buona fede le  campagne vaccinali e si è fidato di ogni proposta più o meno testata. Le scelte libere  meritano il nostro rispetto. Chiediamo però che in un dibattito, oggi molto forte e talora  ricco di polemiche, possa trovare spazio anche questa nostra povera voce pacata che  non ha pretese di imporre agli altri le proprie convinzioni. L’unica aspirazione è stimolare una informazione il più completa possibile e per questo amante della verità tutta intera, avendo molti più dati oggi a disposizione: una stampa che  comunichi i varî aspetti del problema, realizzando così in pieno quel diritto  all’informazione che ci pare la Chiesa sempre proclami. D’altronde Gesù stesso  afferma «la verità vi farà liberi», e dice di Sé stesso: «Io sono la Verità». Nel documento “Inter mirifica” del Concilio Vaticano II, al n. 5, si precisa così il diritto all’informazione: «Il retto esercizio di questo diritto esige che la comunicazione sia sempre verace quanto al contenuto e, salve la giustizia e la carità, completa; inoltre, per quanto riguarda il modo, sia onesta e conveniente, cioè rispetti rigorosamente le leggi morali, i diritti e la dignità dell’uomo, sia nella ricerca delle notizie, sia nella loro diffusione. Non ogni conoscenza infatti giova, “mentre la carità è costruttiva” (1 Cor 8,1)». 

In quest’ultimo periodo tante notizie non vere, e talora persino volutamente occultate e che ormai i social definiscono menzogne, sono venute fuori anche tramite intercettazioni telefoniche e ambientali di dominio pubblico e indagini scientifiche mirate e non soggette a interessi di parte. Stimolati dalla sfiducia che tanti cominciano a nutrire verso la comunicazione oggi così pervasiva, e consapevoli della nostra responsabilità di pastori d’anime, chiediamo che le pagine della stampa cattolica possano essere luogo di ampio dibattito per pervenire alla dovuta completezza  dell’informazione. Questo costituirebbe, a nostro avviso, una risposta evangelica al dovere di rendere la carità della verità a tutti i nostri fratelli. Ci domandiamo inoltre se il dovere morale di servire la verità e, grazie all’indispensabile servizio che voi svolgete nella Chiesa e nella società, di difendere i più deboli e smarriti, sia stato realmente esercitato dai vari organi e media cattolici. Ormai tutti sanno che ricercatori australiani hanno provato che la proteina Spike -Sars-CoV-2 è tossica e produce una svariata serie di malattie. Ricercatori di altri Stati hanno invece dimostrato che i sieri ad  mRNA producono una risposta immunosoppressiva, moltiplicando le reinfezioni  da CoViD. Secondo voi, non sarebbe opportuno e onesto comunicarlo alle persone, affinché siano completamente al corrente quando intendono sottoporsi volontariamente, e non obbligate per legge, a iniezioni che promettono benefici che alla prova delle sperimentazioni non sembra che si siano del tutto dimostrati tali e  quindi da non considerare benefici reali? 

Molte persone che conosciamo e che hanno visto scomparire rapidamente alcuni loro cari si domandano se non sarebbe giusto informare di tutte le morti per malori improvvisi e dei danneggiati da “vaccini”, oltre che, come ora anche in parlamento viene chiesto da alcuni rappresentanti del popolo italiano, di fermare ogni deriva di controllo autoritario della società civile, su base sanitaria. Queste  domande, finché resteranno senza risposta, non lasceranno in pace noi e molte persone  che il nostro ministero pastorale ci fa incontrare e che chiedono conforto, sostegno,  spesso sentendosi isolate e talora persino abbandonate dalla Chiesa. Siamo certi che questi interrogativi sono ben presenti anche in voi e vorremmo che grazie a questa nostra riflessione, vi sia possibile più facilmente affrontarli. Siamo infatti persuasi che quanto sta emergendo non può lasciare tranquilli neppure voi, specie sapendo che la carità «non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità» (1 Cor 13,6), e non delle omissioni. 

Siamo certi che coglierete lo spirito collaborativo di questo intervento che riprende riflessioni certamente a voi ben note e che ci capita di ascoltare da persone talora molto risentite verso la società e persino verso la Chiesa, e speriamo che ci dedicherete un po’ del vostro tempo. In “Fides et Ratio”, san Giovanni Paolo II ha parlato dell’importanza dell’amicizia (della fede) per la ragione. Anche noi vogliamo proporvi le sue parole, ma trasponendole a vantaggio di un clima sereno che non accusi nessuno  di “complottismo”, ma stia attento alla verità tutta intera, che non è più quella del  filosofare a cui faceva riferimento il papa polacco, ma che non smette di essere  orientata, come ogni verità, all’unica Verità che è Nostro Signore: «Non si dimentichi  che anche la ragione ha bisogno di essere sostenuta nella sua ricerca da un dialogo  fiducioso e da un’amicizia sincera. Il clima di sospetto e diffidenza, che a volte circonda la ricerca speculativa, dimentica l’insegnamento dei filosofi antichi, i quali  ponevano l’amicizia come uno dei contesti piú adeguati per il retto filosofare» (§ 33).  Non si potrebbe dire lo stesso, mutatis mutandis, per l’informazione? 

Vi ringraziamo fin d’ora se vorrete accogliere in un contesto di amicizia questo nostro richiamo. Sappiamo quanto sia complesso il lavoro della comunicazione nella Chiesa e dalla Chiesa, condizionato com’è da tanti elementi che all’uomo qualunque sfuggono, e perciò vi auguriamo di non trascurare niente di ciò che conta agli occhi di Dio. Grazie per il vostro ascolto e la vostra attenzione. Vi chiediamo di pubblicare questa lettera. Siamo, come potete notare, persone che da diverse parti d’Italia vi fanno pervenire la loro voce e quella di tante persone.

Firmatari: P. Giuseppe Agnello, diocesi di Patti (ME); Federica Angelini del Comitato  “Ascoltami”; P. Marco Begato, religioso; don Angelo Boattin, diocesi di Massa Carrara  – Pontremoli; fratel Tommaso Bogliacino, piccolo fratello del Vangelo; don Luigi  Bonarrigo, diocesi di Milano; don Federico Bortoli, diocesi di San Marino Montefeltro; don Armando Bosani, diocesi di Milano; Giuseppina Bruno, laica; suor  Patrizia Calosci, eremita; P. Vladimiro Calvari, diocesi di Reggio Calabria-Bova; don  Pietro Cesena, diocesi di Piacenza-Bobbio; don Eugenio Cocco, diocesi di Cagliari;  Fabrizio Costa, laico; don Danilo Costantino, diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro;  don Paolo Crescini, diocesi di Bolzano-Bressanone; don Eraldo De Agostini, diocesi  Novara; don Stefano De Paulis, arcidiocesi metropolitana di L’Aquila; P. Guglielmo  Fantuzi, diocesi di Pescia (PT); don Alessandro Giannattasio, diocesi di Milano; don  Daniele Leoni, diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro; Ciro Lomonte, laico; Frà Luigi  Lorusso, diocesi di Pescia; diacono Fabio Mondani, diocesi Arezzo-Cortona Sansepolcro; don Diego Minoni, diocesi di Milano; Antonina Muceo, laica; don Mario  Oliva, arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; Flaviano Patrizî, Himmel  edizioni; don Dario Pedretti, diocesi di Brescia; don Emanuele Personeni, diocesi di  Bergamo; P. Mario Ramello, religioso della diocesi di Genova; don Carlo Romagnoni,  diocesi di Milano; don Tullio Rotondo, diocesi di Isernia-Venafro; don Massimiliano  Scalici, diocesi di Palermo; don Stefano Tartabini, diocesi di Fermo; P. Andrea  Tavolaccî, eparchia di Piana degli Albanesi; don Luca Tuttocuore, arcidiocesi di  Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela; don Martino Maria Verdelli, diocesi di Parma;  Silvia Vernò del Comitato “Ascoltami”. 

Poscritto: «Grazie, cari amici, per aver condiviso con me questa vostra ansia pastorale che anch’io ben conosco e condivido. Il Signore benedica ogni vostro sforzo teso al vero bene della nostra società e della Chiesa. Da lontano vi accompagno con la preghiera.

Vostro + Giovanni D’Ercole vescovo.

Print Friendly, PDF & Email
Website | + posts

La Redazione dell'Osservatorio