Nella splendida località di Meta di Sorrento, dal 30 giugno al 3 luglio 2022, si è svolta la prima edizione della Università estiva dell’Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa.

Ospiti della Casa di spiritualità “Armida Barelli”, gli iscritti all’Università dell’Osservatorio  hanno potuto ascoltare ben dieci lezioni di altrettanti qualificati docenti coordinati dal professor Giovanni Turco, direttore scientifico dell’iniziativa.

Il tema proposto per questi quattro giorni di studio “Principi e diagnosi per una ricostruzione civile” dice come l’Osservatorio abbia voluto declinare la Dottrina sociale nella attualità dell’ora presente segnata da una ormai manifesta crisi di civiltà. Scopo delle diverse lezioni far conoscere la grande tradizione filosofico-teologica morale- politico-giuridica cristiana così da poter giudicare il presente, diagnosticarne i mali e individuare le vie per una ricostruzione della Civiltà Cristiana.

Il tutto si è svolto in un clima di amicizia e di confronto intellettuale nella convivialità, immersi nella bellezza di un paesaggio che, tra olivi e macchia mediterranea, offriva la vista mozzafiato del golfo di Napoli.

Le giornate prendevano avvio con la Santa Messa e si concludevano con il Santo Rosario guidato da padre Domenico OP. Giornate intense di studio dove non sono mancati i momenti di confronto/dibattito con i docenti e scambio di idee anche sugli aspetti più scottanti di questi nostri tempi. Sabato 2 luglio, ad esempio, nel pomeriggio si è svolto l’interessante dibattito, moderato da don Samuele Cecotti,  tra l’avvocato Giovanni Formicola e l’avvocato Gianfranco Amato dal titolo “Emergenze permanenti per la transizione alla postmodernità: aspetti, sviluppi, alternative” che ha consentito di riflettere sulla natura neo-totalitaria della prospettiva inaugurata dalla stagione dell’emergenzialismo (emergenza covid, emergenza ucraina, emergenza climatica, emergenza energetica, etc.) e di delineare alcune possibili risposte “resistenziali” sul piano culturale, sociale e di vita personale.

La sera di venerdì 1 luglio, dopo cena, è stato proiettato il film “Cristiada” di Dean Wright sull’epopea eroica dei cristeros messicani, proiezione preceduta dalla presentazione storica del tema svolta dall’avvocato Formicola, autore del volume “Difesero la fede, fermarono il comunismo. La Cristiada, Messico 1926-1929. (La Cruzada, Spagna 1936-1939”. (VEDI QUI)

La mattina di domenica 3 luglio, grazie alla generosa ospitalità dei coniugi de Antonellis, si è potuto visitare il bellissimo complesso monastico dell’Eremo di Camaldoli di Vico Equense e celebrare Messa nella cappella gentilizia. La suggestiva armonia tra il paesaggio del golfo, la riposante maestosità degli alberi secolari e l’architettura dell’Eremo hanno reso la conclusione dell’Università ancor più intensa offrendo ai partecipanti la diretta esperienza di cosa voglia dire Civiltà Cristiana.

Giovedì 30 giugno, dopo una breve presentazione tenuta dal professor Turco e dal Vice-presidente dell’Osservatorio don Samuele Cecotti, l’Università estiva ha preso subito il via con la lezione del professor Guido Vignelli “Cristianesimo e Gnosi: una alternativa permanente” tesa a delineare i tratti della “Gnosi perenne” e a rilevarne la radicale inconciliabilità con il Cristianesimo. Colta la natura anticristica della Gnosi, il professor Vignelli ne ha mostrato la presenza costitutiva nella modernità e nella post-modernità così a sottolineare che l’unico vero scontro di civiltà è quello tra Cristianità e Modernità (gnostica). Il professor Vignelli è membro del Collegio degli Autori dell’Osservatorio ed è autore del volume “Gnosi contro Cristianesimo. Il vero conflitto di civiltà”.

Sempre giovedì 30 il professor Matteo D’Amico ha svolto la relazione “Il crollo del mondo antico e le analogie con la contemporaneità” mettendo in luce, attraverso la lettura di molti autori antichi pagani e cristiani, come gli ultimi secoli di Roma avessero visto una rapida degenerazione dei costumi  sino a portare l’Impero in uno stato di crisi demografica e di mollezza. A contrasto lo stile sobrio, morigerato, austero  dei cristiani, il loro spirito di comunità, la carità che li muoveva, la loro testimonianza sino al martirio. Dalle parole del professor D’Amico è parsa evidente l’analogia tra la decadenza di Roma antica e l’attuale decadenza dell’Occidente, così come chiarissimo l’invito a guardare alla fede e ai costumi dei cristiani dei primi tre secoli per essere anche noi ora pronti a vivere fedeli a Cristo dentro un sistema socio-politico-culturale decadente e ostile.  Il problema, ha lucidamente rilevato D’Amico, è la crisi che oggi colpisce la Chiesa, crisi di fede e di morale, tale per cui la decadenza non è contrastata ma subita e propagata in ambito ecclesiale. Ad ogni battezzato il dovere di essere testimone, nel secolo e nella Chiesa, fedele a Cristo a qualunque prezzo.

Il giorno seguente, venerdì 1 luglio, ben quattro lezioni hanno arricchito la giornata:

il professor Fabio Trevisan, membro della Redazione dell’Osservatorio, ci ha fatto scoprire pagine di Lewis di grande finezza antropologica e “quasi profetiche”. Il testo della relazione di Trevisan “L’uomo in questione: l’analisi di Clive Staples Lewis” è stato pubblicato (VEDI QUI) e invitiamo tutti a leggerlo con attenzione offrendo spunti preziosissimi per capire l’oggi, diagnosticare molti mali e pensare la cura;

Il teologo don Marino Neri ha tenuto una dotta lezione su “Il primato della contemplazione e le forme dell’apostolato” sottolineando, alla scuola di san Tommaso e dei più grandi maestri di spiritualità, come il primato della contemplazione porti con sé il primato dell’essere e della verità. La ricostruzione è possibile solo nell’ordine e l’ordine si dà nel primato dell’essere e della verità;

Il professor Maurizio di Giovine, autore del volume “Gli zuavi pontifici e i loro nemici”, avrebbe dovuto tenere la lezione “Uno squarcio epocale: la difesa di Roma tra 1860 e 1870” ma ragioni di salute gli hanno impedito di essere a Sorrento. Il professor Turco ha relazionato sul tema della occupazione sabauda di Roma sottolineando la natura rivoluzionaria massonico-anticristiana del così detto Risorgimento e il valore della resistenza pontificia e cattolica tutta alla violenza risorgimentale. In questo la difesa di Roma, garantita da un esercito composto da cattolici dei più diversi Paesi arruolati volontari attraverso le parrocchie, ha rappresentato una pagina esemplare di cattolicesimo militante e di milizia cattolica;

Il professor Gianandrea de Antonellis, autore e curatore di molte pubblicazioni sul pensiero carlista, ha offerto ai partecipanti un pensiero socio-politico schiettamente cattolico e alternativo alla modernità politica ricordando che non è affatto inevitabile proseguire sulla strada che dalla modernità assiologia ci sta conducendo alla postmodernità neo-totalitaria, è possibile invece pensare cattolicamente la res publica e la società. È ciò che fa il pensiero carlista, ovvero il tradizionalismo cattolico ispanico, di cui il professor de Antonellis ha brevemente delineato la storia e presentato i tratti dottrinari caratterizzanti.

Sabato 2 luglio, oltre al dibattito Amato/Formicola, due lezioni hanno arricchito lo studio dei partecipanti:

il professor Massimo Viglione, autore del volume di grande successo “Dal buio alla luce. Civiltà cristiana e medioevo. Dalle origini al 1303”, ha tratteggiato sapientemente il passaggio dalla civiltà classica a quella cristiana attraverso la crisi tardoantica e il travaglio altomedioevale. Nella sua lezione “Alle origini della Civiltà cristiana” il professor Viglione ha sottolineato l’esistenza di due Cristianità, quella latina e quella greco-bizantina, di cui solo quella latina segnata dal crollo dell’Impero. Di questa Cristianità latina ri-nata dalle macerie di Roma, Viglione ha descritto i processi costitutivi sottolineando l’importanza assoluta del monachesimo benedettino, così come l’importanza dei vescovi  per la vita delle città e del legame tra nobiltà militare, terra e popolazione nella costruzione di quell’Europa rurale dei castelli che l’età medievali ci ha consegnato. L’età medievale resta, pur con mille imperfezioni, paradigma di Civiltà Cristiana, non perché nel medioevo fossero tutti buoni e santi (così non era) ma perché nel medioevo tutte le istituzioni politiche, giuridiche, sociali, economiche, tutte le scienze e le arti, tutte le diverse espressioni del vivere umano si davano dentro un orizzonte di senso profondamente cristiano;

don Samuele Cecotti ha affrontato la questione della giustizia nella prospettiva particolare della pretesa fiscale dello Stato argomentando classicamente circa la necessità per l’autorità politica di esercitarsi sempre secondo un ordine obiettivo di giustizia dato dal diritto naturale. La pretesa fiscale e il conseguente dovere di adempiervi non saranno dunque assoluti o incondizionati. Solo una pretesa fiscale legittima, ovvero conforme in tutto a giustizia, ha diritto d’essere avanzata e il cittadino ha dovere di corrispondervi. In caso contrario la pretesa fiscale si evidenzia come illegittima, come vera e propria violenza (furto e/o rapina) ai danni del cittadino, il quale ha il pieno diritto (in taluni casi anche il dovere) di resistere. Ciò ha consentito a don Cecotti di presentare brevemente la nozione classico-cristiana di res publica e di autorità politica, il principio di legittimità, la proprietà privata come diritto naturale, il principio di sussidiarietà, etc. Per chi volesse approfondire rimandiamo al saggio di don Cecotti sul tema: La questione fiscale oltre i luoghi comuni (VEDI QUI)

A coronamento di giornate tanto intense e ricche di riflessioni, domenica mattina il professor Giovanni Turco ha tenuto, presso la proprietà agrituristica dei baroni de Antonellis, la relazione conclusiva significativamente intitolata “Conservatorismo o ricostruzione?”.

Chiara l’alternativa tra la prospettiva conservatrice e quella, invece, della ricostruzione (prospettiva che potremmo definire restauratrice). Il professor Turco ha delineato i tratti tipici del pensiero conservatore rilevandone la natura compromissoria, la costitutiva paura per il cambiamento che porta il conservatore a voler conservare il dato consolidato anche se errato, l’intrinseca partecipazione del conservatore alla logica della Rivoluzione anche se sempre un passo indietro e con fare frenante, l’ossessione conservatrice per l’ordine costituito da difendere sempre e comunque (ciò porta il conservatore ad essere “governista” e sostenitore del “Sovrano” dunque dello “Stato”) di fronte ai fantasmi di ipotetica anarchia. Il conservatorismo altro non è che l’ ingessatura d’una tappa compiuta della Rivoluzione. Ben diversa l’attitudine di chi vuole ricostruire, di chi vuole restaurare la Civiltà Cristiana e, per farlo, necessariamente si contrappone all’ordine costituito illegittimo, disobbedisce al potere iniquo per obbedire ad un ordine superiore di giustizia, giudica le cose non con il metro del tempo (il conservatore è passatista come il progressista è “futurista”, entrambi cronolatri facendo del tempo il criterio) ma con la misura della verità e della giustizia. Il conservatorismo apprezza Creonte, Bonaparte e Vittorio Emanuele II, il restauratore (dell’ordine infranto) si riconosce in Antigone, nelle insorgenze antinapoleoniche e nei “briganti” che resistettero all’occupazione piemontese. La prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa e del cattolicesimo politico non può che essere quella della ricostruzione integrale della res publica christiana: “Instaurare omnia in Christo”.

Don Cecotti e il professor Turco hanno concluso la prima edizione dell’Università estiva dell’Osservatorio ringraziando relatori e partecipanti. Dando l’arrivederci a tutti alla prossima estate, alla seconda edizione dell’Università.

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