“Vere hic homo Filius Dei erat” (Mc 15, 39)

Queste parole pronunciate dal centurione romano ai piedi della Croce dalla quale pende il Corpo morto del Signore Gesù congiungono il Sacrificio cruento del Venerdì alla Gloria Divina di Cristo che si manifesterà all’alba della Pasqua. In queste parole del centurione vi è già la fede della Chiesa nella Divinità del Signore Gesù.

E sono parole d’un pagano, d’un ufficiale dell’esercito romano! Mentre gli apostoli fuggono e addirittura Pietro rinnega, il pagano Longino (questo il nome che la Tradizione ci consegna) fa la sua professione di fede. 

Possiamo così vedere nel centurione Longino il germe del cristianesimo romano, della fede di Roma in Cristo. La “professione di fede” di Longino ai piedi della Croce può con verità essere intesa come atto primo della Cristianità latina. Longino il primo italiano – secondo la Tradizione originario di Anxanum (oggi Lanciano) – a riconoscere la divinità di Gesù Cristo. 

Ormai alle porte del Sacro Triduo, volgiamo, come Longino, lo sguardo a Cristo Crocifisso per contemplare l’uomo-Dio che ha versato il Suo Sangue per noi, il Redentore che muore per poi risorgere e così spalancare le porte del Cielo alla natura umana. 

La luce della Pasqua ci infonda la speranza nella “risurrezione” della Cristianità latina, dell’Italia cattolica dalla nebbia di morte in cui sono sprofondate. San Longino interceda per Roma che servì come soldato e per l’Italia che gli diede i natali. 

A tutti buona Santa Pasqua di Resurrezione! 

sac. Samuele Cecotti

(Foto: 1,La Resurrezione di Cristo, Rubens – Foto2, Fra Angelico, Longino, Firenze) )

Don Samuele Cecotti

Vice-presidente dell'Osservatorio Card. Văn Thuận

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